Claretta, una cerva stupenda, di 15 anni e la sua triste storia.
Io e le bimbe state a trovarla, era accucciata all'interno del recinto, a prendere l'unico raggio di sole in quel luogo umido e ombroso, appena ci ha viste si è alzata e si è avvicinata alla rete.
Non riesco a togliermi dalla testa il suo sguardo, la sua bontà, i suoi occhi che ci guardavano, tristi e afflitti, senza un orizzonte diverso da una alta rete di metallo che la tiene prigioniera. Lei, che è nata libera rinchiusa lì dentro, in una gabbia, sola.
Non riesco a togliermi dalla testa il suo muso che cercava coccole, il suo naso bagnato, ci seguiva ad ogni passo, anelante di libertà.
Non riesco a togliermi dalla testa il suo bisogno di vita, ci siamo sentite così piccole e inutili di fronte a questo sopruso, era tangibile la sua angoscia ma al tempo stesso abbiamo percepito la sua felicità nel vedere qualcuno, che anche per poco, le facesse compagnia.
Mi son vergognata di essere uomo, di essere dalla parte di chi crede di poter decidere tutto, la vita e la morte, la libertà o la prigionia di esseri viventi solamente più deboli e fragili.
Forse che anche solo per un attimo non siamo capaci di fermarci, un attimo soltanto, a pensare cosa prova l'animo puro di una dolcissima cerva che si trova imprigionata da quegli stessi uomini che fino a qualche giorno prima le davano chi una fetta di mela e chi una carezza?
Forse che un essere vivente non abbia diritto alla libertà? Noi ci auto-infliggiamo la schiavitù di un sistema/prigione ma non per questo dobbiamo infliggerlo ad altri, uomini o animali che siano.
Un essere vivente non può essere proprietà di nessuno, un cervo non è il sugo delle tagliatelle, è animo puro e libero da cui noi, umani, dobbiamo solo umilmente apprendere la bontà d'animo e la capacità di guardare lontano, senza confini.
Il suo è un cuore così grande da non poter non essere in grado di perdonare, liberiamola e ci perdonerà....

Per chi non conoscesse la vicenda di Claretta, la cerva....
Ogni anno, d'inverno, quando la neve le crea difficoltà nella ricerca di cibo, scende nel paese di Sega Digon, si affaccia alle finestre delle abitazioni oppure aspetta, al freddo, all'esterno del portone di casa, in attesa di una mela o un tozzo di pane.
La sua storia l'ho conosciuta così, quasi per caso, una sera, attraverso il post di una amica.
Claretta non ha paura degli uomini, si avvicina serena, si fa coccolare, per lei gli uomini sono quegli amici che l'hanno aiutata più volte in momenti di difficoltà.
Il 2 gennaio Claretta, a seguito della segnalazione di una persona secondo cui l'animale avrebbe potuto creare problemi alla circolazione stradale, viene catturata e portata in una gabbia, lontano km dai compagni cervi e dall'affetto delle persone del paese che ne hanno fatto ormai una mascotte. Lontana dalle carezze dei bimbi e dai loro sorrisi stupiti.
Viene condotta in un centro di recupero vicino a Sedico, viene curata ad una zampa e tenuta in una gabbia, sola, accanto ad un ruscello d'acqua, con un capanno di legno come ricovero.
Accanto al problema fisico della zampa che, a detta dei giornali, pare risolto, il problema che resta è come e quando re-inserire la cerva affinchè non crei problemi alla circolazione stradale.
I problemi, per questa cerva, nascono solo da un animo crudele, diamole la libertà e rispettiamola (anche in macchina) come lei ha fatto finora con noi.

Potete seguire qui la sua vicenda https://www.facebook.com/claretta18/
E firmare qui la petizione per la libertà https://www.change.org/p/polizia-provinciale-belluno-per-liberazione-claretta-la-cerva/u/22221950